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Servizio Civile in Italia

Servizio Civile in Italia

Sono passati ormai più di sei mesi dall’avvio dell’esperienza del Servizio Civile con Amici dei Popoli. Quattro volontari sono partiti per l’Uruguay per svolgere il loro anno da “civilisti” presso i centri salesiani «Aires Puros» e «Don Bosco» situati nel sobborgo “La Tablada” di Montevideo, affiancando gli educatori nelle numerose attività di doposcuola, laboratori e percorsi educativi proposti ai bambini e ai ragazzi che abitano nel quartiere. E in Italia? Attualmente sono in servizio ben sei volontarie, divise tra la sede di Bologna e quella di Padova: un team «rosa», tutto al femminile! C’è la tendenza diffusa a considerare il Servizio Civile in Italia un’esperienza di serie B rispetto a quella che si vive all’estero ma ciò non corrisponde alla realtà dei fatti. Anche nel nostro Paese, infatti, sono necessari oggi più che mai interventi capaci di operare cambiamenti nel nostro modo di pensare e vivere il nostro essere cittadini globali nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione e dell’inclusione sociale per promuovere, su più fronti possibili, l’educazione alla pace fra i popoli. E’ dunque importante il Servizio Civile in Italia? Assolutamente sì. E lo testimoniano proprio le nostre volontarie impegnate, da dicembre, a Bologna nel progetto «Giovani volontari per costruire città pacifiche, solidali e inclusive», a Padova nel progetto «Global Education e Cittadinanza Attiva».

BolognaSerena e Ilaria hanno avuto l’occasione di realizzare e partecipare, durante l’anno scolastico, a laboratori di educazione alla cittadinanza globale nelle scuole primarie e secondarie, incentrati soprattutto sui temi dell’accoglienza, della valorizzazione delle differenze culturali quali elementi di ricchezza, del rispetto del prossimo e dell’ambiente, del consumo critico, equo e sostenibile. Una novità importante nell’ambito dell’offerta formativa è stata l’avvio del progetto europeo «Start the Change», rivolto ai giovani delle scuole secondarie superiori per avvicinarli a tematiche legate alla relazione tra migrazione e disuguaglianza globale. «Donne, uomini e bambini stavano tentando di raggiungere Lampedusa ed è avvenuta l’ennesima strage: 58 vittime accertate e più di 700 i dispersi. Ero da sempre interessata al fenomeno migratorio, avevo letto alcuni libri su questa tematica, ma è da quel giorno terribile che ho sentito la reale esigenza di portare anche il mio contributo, pur minimo. La decisione di svolgere l’esperienza di Servizio Civile nasce, infatti, dalla consapevolezza che riconoscendo la funzione solo politicamente produttiva della guerra si possa sconfiggere l’asservimento e l’ingiustizia», spiega Ilaria. Altre esperienze significative sono state l’affiancamento nella stesura dei nuovi progetti di cooperazione internazionale in Africa e America Latina, le giornate di formazione presso le sedi di Aifo e CEFA, con cui Amici dei Popoli collabora da anni per promuovere la realizzazione dei laboratori di Educazione alla Cittadinanza Globale nelle scuole di Bologna, e presso il Centro Servizi per il Volontariato di Bologna (VOLABO). Una sfida importante, in cui Serena e Ilaria si sono cimentate per la prima volta, è stata la preparazione della campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi «Abbiamo RISO per una cosa seria», promossa da Focsiv (Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), di cui Amici dei Popoli è socio. Grande è stata poi l’emozione di ricevere per posta tutto il materiale necessario per l’allestimento dei banchetti, frutto di un serio lavoro di coordinamento tra le varie sedi, preparazione e progettazione dei contenuti in ufficio! Questo spazio è infatti una vera e propria fucina di idee, dove si lavora quotidianamente non solo per elaborare e portare avanti i vari progetti ma anche per comunicarli efficacemente all’esterno, attraverso i social network, il sito web e la newsletter mensile. «In un battibaleno, cuffiette alle orecchie e penna alla mano, sono stata catapultata in un mondo a me completamente sconosciuto, eppure affascinante e, soprattutto, estremamente intrigante, dalle mille e infinite potenzialità», racconta Serena a proposito dei corsi di formazione online sulla comunicazione digitale che ha avuto l’occasione di seguire. «Credevo che postare contenuti di qualsivoglia tipologia su Facebook, Instragram o su altri social network fosse un’operazione semplice, intuitiva ed estemporanea, che non richiedesse particolari competenze, cura e attenzione e, soprattutto, non comportasse chissà quale dispendio di tempo ed energie. Ebbene, mi sono dovuta ricredere e, tornata sui miei passi, mi sono scoperta profondamente attratta e incuriosita dal mondo della comunicazione digitale e, ormai da più di un paio di mesi, pubblicare e condividere contenuti efficaci sul web o sui social network, preparati e organizzati secondo una precisa e studiata strategia di presenza digitale, è diventata la mia sfida quotidiana». E’ importante, infatti, non soltanto produrre contenuti ma anche imparare a veicolarli nel modo giusto in modo che, anche tramite questi strumenti, la cultura della solidarietà umana possa diffondersi in modo sempre più capillare tra le persone e operare un cambiamento significativo e profondo sul corso della storia.

Padova le nostre volontarie hanno affiancato gli insegnanti di italiano L2 dello staff di Amici dei Popoli durante le lezioni del corso di lingua e cultura italiana e di Educazione Civica, rivolto, in modo particolare, alle donne migranti presenti in città. Diverse sono le nazionalità delle allieve (Bangladesh, Libia, Nigeria, Pakistan, Marocco, Sri Lanka, Senegal, Burkina Faso, Kosovo) e diversi i livelli di conoscenza della lingua italiana: davvero il mondo in un’aula! Eppure, ciò non impedisce che si venga presto a creare un clima informale e familiare, fatto di accoglienza, scambio, confronto e conoscenza reciproci. “Sentirsi chiamare “maestra” non è una parola banale” racconta Giulia“anche se in realtà sono più un “aiuto maestra”, la fiducia che queste signore ripongono nei nostri confronti è meravigliosa, come lo sono anche le loro storie che spesso si intrecciano alle lezioni”. Ad essere condivise quindi non sono soltanto difficili e infinite regole grammaticali, ma anche e soprattutto la cultura, le tradizioni e, infine, la storia personale di ciascuno, in un percorso di riscoperta della preziosità che ci caratterizza in quanto diversi gli uni dagli altri. Ed è quello che succede anche durante le attività di facilitazione linguistica per minori di origine straniera che diventano occasioni per vivere appieno la cultura della solidarietà e dell’incontro, per sperimentare e sperimentarsi costruttori di pace attraverso il dialogo, la relazione e il riconoscimento del valore dell’altro. “Alla fine di tutto, ciò che resta è la relazione, frutto di un incontro unico e irripetibile tra due persone come me e S., che, al di là della differenza anagrafica, linguistica e culturale, sono riuscite a convivere e condividere tanto. Così tanto, che non si può nemmeno raccontare”, commenta Laura, ripensando ai quei “sette mesi di compiti, tesine, esercizi di italiano, giochi e partite a calcio, incomprensioni, delusioni, risate e chiacchierate”, condivisi con un ragazzo arrivato dal Togo per ricongiungersi ai genitori, sin da subito coinvolto nel progetto di facilitazione linguistica di Amici dei Popoli Padova grazie alla segnalazione degli insegnanti, perché trovasse un sostegno nell’apprendimento dell’italiano e nell’inserimento sociale all’interno del quartiere Arcella.
Ed è anche tra i banchi di scuola, in aula, attraverso il confronto con i giovanissimi, che si gioca la scommessa di un mondo migliore. Come racconta Serena a proposito dei laboratori didattici realizzati dall’associazione in alcune classi scolastiche, «ho avuto prova di quanto sia fondamentale intervenire nelle scuole, porsi alla pari dei ragazzi, introducendo strumenti innovativi e tematiche fondamentali, come l’Educazione alla cittadinanza globale e i diritti umani. Gli studenti, e il mio stesso ruolo, mi hanno convinta di come sia importante intendere la scuola come luogo di partecipazione attiva e di cambiamento». E’ infatti necessario «costruire un pensiero critico, comporre una squadra di ragazzi informati che non ceda all’indifferenza, e che sia disposto a riconoscere una Storia in ogni essere umano», sottolineano Chiara Serena. E nonostante le difficoltà e la stanchezza, si riesce sempre a trovare il modo di vivere queste esperienze anche divertendosi tanto: «ogni mattina mi alzo felice sentendo di avere trovato il mio posto», conclude Serena.
Questo è, dunque, il Servizio Civile in Italia: un’esperienza formativa importante, un’opportunità da cogliere per misurarsi in prima persona con realtà lavorative concrete che operano nel sociale, a «pochi passi da casa», di mettersi in gioco al servizio del prossimo, ognuno secondo le proprie capacità, di costruire relazioni significative, e, soprattutto, di contribuire alla promozione di una cultura della pace e della solidarietà, nella consapevolezza che «quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno».

Serena, Ilaria, Giulia, Laura, Serena e Chiara